New Martina si racconta: “Non sono un’influencer”

New Martina si racconta: “Non sono un’influencer”


Sei stata la prima a farlo in questo modo e poi la gente valorizza l’originale.

“Guarda, ti devo dire la verità, non sono stata la prima, però sono stata la prima a valorizzare di più questo lavoro”.

Qual è la tua giornata tipo?

“Alle 8 suona la sveglia e alle 9,30 sono in negozio. Sono sempre al banco per i clienti, ma capita che possa anche essere in ufficio a fare un po’ tutto: c’è un lato social ma ci sono anche problematiche da risolvere. Fare un certo video così che le persone chiedano questo prodotto, anche in base ai commenti, faccio un sondaggio sul video che devo fare. È diventato tutto un po’ più meccanico perché devi dare spazio anche a quello che vuole il cliente”.

Adesso letteralmente sei riuscita a fare una cosa che non tutti riescono: convertire video di TikTok in acquisti reali dei tuoi prodotti.

“È nata così l’idea.  Non sono nata come influencer né tantomeno penso di esserla. Sono nata col mio lavoro e rimarrò col mio lavoro. Questa è la cosa più importante, tutto il resto è un di più per far conoscere il nome”.

Ora sei un’imprenditrice. Anche il sito online ha beneficiato, immagino…

“Un sito online l’avevo già e ora va molto bene, comprano da tutto il mondo. Anche in negozio arrivano persone da tutto il mondo e non mi posso lamentare”.

Ora TikTok funziona molto bene per te. E se un giorno l’algoritmo dovesse cambiare o rallentare il suo impatto?

“Certo, capita spesso anche a me. Molti per esempio che fanno video su TikTok e fanno solo 100.000 visualizzazioni magari li tolgono, ma per me sono comunque 100.000 possibili clienti, può farmi anche solo 10 visualizzazioni, non mi interessa. L’importante è che venga visto e comunque un 2-3% sono possibili clienti e tra i tanti video che faccio durante la giornata mi servono tutti, non mi interessa quello che diventa  o no virale. Ci sono anche i reel di Instagram che vanno molto bene e che ho ripreso a fare da 3-4 mesi perché non riesco più come una volta a seguire tutto. Con un po’ d’aiuto delle persone che lavorano con me, riesco a fare entrambi i social”.

Hai provato a ricaricare alcuni video anche sui reel di Facebook?

“Anche Facebook è un’altra piattaforma che seguo, poi c’è YouTube dove abbiamo raggiunto i 100.000 iscritti e ci è arrivata la targhetta. Non mi posso lamentare, infatti è mi vedono un po’ dappertutto ma è diventato questo il mio lavoro e cerco di farlo al meglio”.

Dalle piattaforme social tu riesci ad avere una remunerazione?

“Assolutamente sì, certo”.

È una parte minima, immagino, o man mano ti stai accorgendo che comunque le piattaforme stanno crescendo con il pagamento di creator come te?

“Loro pagano ma io preferisco non prenderli. Quella volta che li ho presi li ho dati in beneficenza. Sono soldi che a oggi, a me, non sono indispensabili, io non faccio l’influencer. Facendo questo lavoro sono diventata una persona conosciuta, vivo tante situazioni che magari una persona normale non vive e sono più spronata ad aiutare, nel mio piccolo lo faccio con tanti bambini, tanti ospedali”.



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di Nicholas David Altea www.wired.it 2023-12-29 14:03:39 ,

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